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giovedì, novembre 24, 2005

PARLANO DI NOI : ZONA TIRO di Gianluca Galeazzi.

Europa italiana
by Gianluca Galeazzi

Si è svolta a Murcia, nel sud della Spagna, nel weekend tra il 5 ed il 6 novembre scorso, la tredicesima edizione della Coppa Europa per club FISFT. Sono giunte alla sede del torneo (splendido palazzo dello sport, anche se si è giocato in una palestra secondaria, comunque ottima, non come Birmingham 2002, per intenderci) 20 squadre, in rappresentanza di nove nazioni. Quantomeno clamorosa, anche se non è una novità, l’assenza da squadre francesi, che evidentemente non se la stanno passando molto bene, dopo anni di beghe federali interne (che danni può causare una mal gestione!!!). La nazione di gran lunga più presente, con 5 squadre è l’Italia, che oltre ad avere attualmente il movimento più folto del mondo, rappresenta quanto di più tecnicamente qualificato. Oltre alle prime due del world ranking Eagles Napoli e Perugia, infatti anche Reggiana, Stella Artois e Roma (ripescata a due settimane dal torneo) partono tra le favorite. Per il resto, i campioni in carica del Mattersburg, sono apparsi indeboliti già in partenza per una scelta di fine stagione scorsa di dividersi in due club distinti, disperdendo energie e valori; i “soliti” belgi dell’Hennuyer e del Charleroi a cercare di rendere la vita dura a tutti ed i padroni di casa del Murcia che, benché perso Flores (arrivato da un anno a Bologna e per questo presente alla sala del torneo in veste di spettatore) appaiono al momento l’unica realtà giovane capace di inserirsi, più in un futuro che adesso nella lotta per il vertice. Le altre squadre sono giunte in terra iberica più per onor di firma che per altro e di questo bisogna comunque darle un enorme merito. Già perché in una competizione come questa è forse più importante esserci che vincerla (o forse no..!!).Quattro i gironi da cinque squadre ciascuno sorteggiate. Doveva per forza uscire un derby italiano già in girone ed è stato sorteggiato Perugia con Reggiana. Così è iniziata dunque e così è finita, come poi vedremo. Tutto sommato gironi ben assestati, senza i soliti scherzi dell’urna. La giornata di sabato si apre dunque con un grande match tra le due italiane. Vince e bene anche la Reggiana che pur priva di Giulianini (si sapeva da tempo che il faentino non sarebbe stato della partita) regola gli umbri, grazie ad un gran successo di Bari su De Francesco e a Frignani sul novizio Venegas, che di fatto si è giocato in un colpo solo la possibilità di far parte dell’avventura. Mentre gli Eagles maramaldeggiavano nel primo girone, lo Stella Artois faceva il possibile per non far notare l’assenza di più persone, al punto di essere obbligati a far giocare sempre una splendida Laura Panza, che a contralto delle scoppole subite si è sempre dimostrata fondamentale in un momento oggettivamente delicato per il club milanese. Ma Iorio, Intra ed il sottoscritto non sono gente da tirarsi indietro ed ecco che pian piano, dopo un pareggio con Hennuyer ed un ottimo successo col Catalunya (oltre che sugli inglesi del Teeside, risultati alla fine ultimi) si sono ritrovati a giocare con i Falcons di Atene (una sorta di nobile decaduta, ma non troppo!) con la possibilità concreta di vincere il girone (alla faccia di chi ci dava ultimi!!!ndr). Ma con i Falcons di partita non se ne è vista gran che, poiché i greci hanno passato tutto il tempo dell’incontro a sbraitare contro tutto e tutti, spesso in modo talmente assurdo da risultare grottesco e teatrale, approfittando di arbitri giovani ed inesperti. Come cavolo faranno a divertirsi a giocare, lo sanno solo loro. Fatto sta che sono riusciti a portare a casa il risultato, evitando così gli Eagles negli ottavi. Anche Roma è giunta a Murcia con una formazione un po’ rimaneggiata, ma nonostante questo, aveva le carte per fare molto bene. Invece il girone li ha visti soccombere prima con Murcia (non è mai facile giocare con i padroni di casa) e poi con Mattersburg. Passando i primi quattro (su cinque, ricordo) per girone, Roma ha passato il turno comunque, essendo però abbinata a Perugia subito agli ottavi. Grosse sorprese dai gironi non se ne sono viste, anche perché in un modo o nell’altro sono passate un po’ tutte. Eliminati invece (oltre al Teeside) gli austriaci del Royal 78 (che si sentono sempre più forti di quello che poi riescono a dimostrare), i greci dell’Atlas (nel 1998 arrivarono sino alle semifinali!) e la terza squadra spagnola presente, formata da giovani di discrete capacità, Noguera (campione del Mondo under 15) su tutti.Gli ottavi hanno visto incontri scontati ed altri invece molto equilibrati. Si è visto il Mattersburg abdicare per opera del Charleroi. Dopo aver vinto il girone, pareva che gli austriaci potessero compiere un’altra impresa, ma evidentemente Hinkelmann, Haider, Korzil e Leitner non bastano per un clamoroso bis. Mancava anche quel demonio di Matzinger, capace ogni volta di imprese enormi. Onore comunque agli ex-campioni. Gli Eagles passeggiavano sul Catalunya, mentre la Reggiana non aveva grosse difficoltà con il GDDF, altra nobile decaduta, più che altro depredata. Lo Stella Artois abbinata agli olandesi del Delf non si è fatta sfuggire l’occasione, e per Bom e compagni non c’è stata molta storia, nonostante 1 a 0 di partenza. Passavano poi anche il Murcia, l’Hennuyer e quegli attori dei Falcons (a nulla è servita la resistenza dell’English Premier League, altro club molto indebolito dal mercato selvaggio). Il match clou per l’Italia era dunque Roma contro Perugina. Roma è storicamente un’avversaria ostica per Perugia, ma questa volta non è bastata neanche la storia per salvare i capitolini da una sconfitta tutto sommato netta anche se dall’andamento altalenante, per via dei molti gol complessivi segnati. Con gli ottavi si chiude la giornata di sabato.La domenica si decide tutto, ed in mezzo ad una miriade di incontri di piazzamento, si disputano anche i quarti di finale. E qui per i colori italiani si intravede un’impresa storica: il poker. E poker sia. Gli Eagles non fanno molta fatica contro lo spauracchio di casa ed anche il Perugia tutto sommato non da scampo all’Hennuyer con un 3 a 0 e zero gol subiti. Di fronte alla Reggiana si interrompe anche il melodramma dei Falcons, ai quali evidentemente non sono bastate le sceneggiate al limite dell’assurdo per vincere. Più dura invece per lo Stella Artois, opposto ai solidi belgi del Charleroi. Ma Laura e soci hanno saputo rimanere concentrati, centrando un risultato (quello della semifinale) che onestamente alla vigilia era difficile (ma non impossibile, siamo onesti!) da prevedere.Il cammino dei milanesi, che a questo punto decisamente ci stavano prendendo gusto si infrange contro la Reggiana. Un 3 a 0 secco, poneva fine alla cavalcata dello Stella che intanto era diventato il beniamino di tutti. Dall’altra parte invece Perugia compiva il suo ennesimo capolavoro, andando a battere l’armata napoletana. Con un De Francesco sconfitto da Bolognino ed un Mattiangeli che ti impatta con Hanotiaux, Nastasi faceva suo il match con Mettivieri. Ma la vera perla è di Di Vincenzo che riesce a far suo l’incontro con Guimaraes (un gol all’inizio e poi il nulla come è giusto che sia), tornando in un colpo solo ai fasti di qualche anno or sono e soprattutto portando il suo club all’ennesima finale continentale.Perugia e Reggiana si sono già incontrate in finale in Coppa Europa in Belgio nel 2002. Allora vinse Perugia, mentre questa volta…pure. De Francesco, vendicandosi della sconfitta nella partita del girone batte Bari, mentre Bertelli ridimensiona subito Di Vincenzo. Il solito indomabile Lamberti pareggia (con qualche rammarico nel finale) con Nastasi. Il punto decisivo è del solito Mattiangeli, che fa sua una partita durissima con Cremona. L’assedio finale del maltese non è bastato per riequilibrare le sorti contro il macumbero ternano. All’ultimo secondo Cremona ha avuto un tiro che penso Francesco l’abbia tirato via dalla porta col pensiero (non mi venga a raccontare che ci ha messo il portiere perché non ci credo!!!!)E quindi anche questo ennesimo pezzo di storia del nostro sport va agli archivi. E’ stata una edizione trionfale per l’Italia e tutto il movimento nazionale. Ma come sempre a me piace buttare acqua sul fuoco. Nel 1999 il Belgio aveva tre squadre in semifinale (e cinque coppe in bacheca su sette edizioni), ora neanche una. Nulla è eterno e congolarsi troppo dei propri successi e sempre controproducente. Godiamoci il momento, ma non tiriamo troppe conclusioni assolute, perché di assoluto nello sport c’è ben poco. A parte questo breve pistolotto, tutti i complimenti del Mondo al Perugia, capace ancora di dettare legge. Enorme lo spessore dei suoi giocatori, dopo anni di successi ancora capaci di sputare sangue per la squadra. La sagacia tattica di De Francesco non è mai stata in discussione, e a Murcia ha avuto una ulteriore conferma. Bravi anche ai reggiani, che negli ultimi tempi sembravano un po’ dimenticati dall’opinione pubblica. A Napoli che dire. Sarà per la prossima volta sembra un po’ scontato ed anche un po’ ironico, ma del resto a loro non resta che riprovarci l’anno prossimo. Infine vorrei elogiare il mio stesso club per quello che ha fatto in terra spagnola. Abbiamo rischiato di non esserci ed invece ci siamo stati eccome. Non so quante squadre con il nostro blasone avrebbero accettato un simile azzardo, e non so quante persone avrebbero accettato di fare quello che ha fatto Laura, vero e proprio baluardo della squadra. Un bravo tutto sommato anche all’organizzazione, nonostante qualche piccola sbavatura. Hanno pagato un pizzico di inesperienza in determinati momenti, ma nel complesso tutto è andato via liscio.